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Trump vieta ad Harvard l’iscrizione di studenti stranieri

La Casa Bianca impone a Harvard lo stop agli studenti stranieri. Una mossa politica che riapre il dibattito sull’internazionalizzazione delle università americane.

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Trump vieta ad Harvard l’iscrizione di studenti stranieri
skytg24

La tensione tra Donald Trump e l’Università di Harvard raggiunge un livello superiore: la Casa Bianca ha vietato l’ammissione di studenti stranieri

Trump contro Harvard: lo stop agli studenti stranieri

La Casa Bianca, sotto la guida di Donald Trump, ha annunciato una misura senza precedenti: vietare a Harvard l’ammissione di nuovi studenti stranieri per l’anno accademico 2025-2026. Il provvedimento si inserisce in una campagna più ampia di revisione dei criteri di accesso nelle università statunitensi.

Le motivazioni della Casa Bianca

Secondo l’amministrazione Trump, le università americane devono “tutelare gli interessi nazionali” e “fermare l’infiltrazione di ideologie contrarie ai valori fondanti degli Stati Uniti”. Il divieto è stato giustificato con motivazioni legate alla sicurezza, ma molti osservatori lo definiscono un atto politico volto a colpire un’istituzione che più volte si è opposta al presidente.

Le reazioni di Harvard

La reazione di Harvard è stata immediata: l’università ha definito la misura “arbitraria, discriminatoria e contraria alla libertà accademica”. In una nota, il rettore ha sottolineato come oltre il 20% del corpo studentesco sia composto da studenti internazionali e che “l’eccellenza accademica si fonda sulla diversità”.

Un precedente pericoloso

Secondo il Chronicle of Higher Education, si tratta di un precedente che potrebbe estendersi ad altre università statunitensi. Il provvedimento rischia di compromettere l’attrattività globale dell’istruzione superiore americana, che ogni anno accoglie oltre un milione di studenti da tutto il mondo.

Una misura in chiave elettorale

Per molti analisti, tra cui il politologo William Galston, si tratta di una mossa elettorale per rafforzare la base MAGA, sempre più ostile agli ambienti accademici liberal. La narrazione anti-Harvard si inserisce in una più ampia strategia di delegittimazione delle élite culturali.

Conclusione

Il divieto di iscrizione a studenti stranieri ad Harvard segna un nuovo capitolo nei rapporti tra Trump e l’università. È un atto che travalica il campo dell’istruzione, riflettendo tensioni ideologiche e strategie elettorali. Le conseguenze potrebbero essere profonde e durature, sia per il mondo accademico che per l’immagine internazionale degli USA.

Fonti: Chronicle of Higher Education, Brookings Institution, La Sintesi

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Romania, l’europeista Dan presidente in un paese diviso

Nicuşor Dan ha vinto il ballottaggio in Romania con un recupero straordinario. Ma il Paese è segnato da profonde divisioni politiche e sociali.

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Nicuşor Dan ha vinto il ballottaggio ribaltando i pronostici: il suo successo segnala un ritorno della Romania verso l’Europa, ma il Paese resta spaccato.

Elezioni Romania 2025: la sorpresa Nicuşor Dan

Le elezioni presidenziali in Romania del 2025 hanno segnato un clamoroso ribaltone. Nicuşor Dan, centrista liberale e sindaco di Bucarest, ha vinto il ballottaggio con il 52,3% dei voti, battendo il candidato ultraconservatore Marian Ionescu, dato per favorito dopo il primo turno.

Un ritorno verso l’Europa

La sua elezione è stata accolta positivamente dalle istituzioni europee. Dan ha promesso maggiore integrazione con l’UE, investimenti nei fondi strutturali e una lotta più determinata contro la corruzione. Secondo Politico, la Romania potrebbe diventare un attore più attivo nei dossier europei, in particolare su energia e sicurezza.

Una nazione divisa

Nonostante la vittoria, il Paese è spaccato. Le aree urbane e i giovani hanno sostenuto Dan. Le zone rurali e l’elettorato più anziano hanno invece votato in massa per Ionescu, nostalgico e nazionalista. La sfida ora sarà unire il Paese e rendere efficaci le riforme annunciate.

Il peso dell’astensionismo

Solo il 48% degli aventi diritto si è recato alle urne, segno di sfiducia e disillusione. Dan ha riconosciuto il problema, promettendo un nuovo “patto sociale” con i cittadini. Ma avrà bisogno del sostegno parlamentare, che resta incerto.

Conclusione

Le elezioni Romania 2025 sono uno spartiacque. L’elezione di Nicuşor Dan apre una fase nuova nei rapporti con l’Unione Europea, ma le divisioni interne sono ancora profonde. Sarà ora la capacità di governare e mediare a definire il futuro del Paese.

Fonti: Politico, La Sintesi

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Tagli a sanità, istruzione e scienza nella nuova legge di bilancio di Trump

Trump riduce la spesa per sanità, istruzione e scienza nel bilancio 2025. Meno stato sociale, più fondi a difesa e sicurezza. La spesa civile ai minimi storici.

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Il nuovo piano di spesa punta a ridurre la spesa pubblica non militare sotto il 2% del PIL. Colpiti servizi essenziali e ricerca scientifica.

Tagli bilancio Trump: colpiti i pilastri civili

La nuova legge di bilancio 2025 dell’amministrazione Trump segna un cambio radicale nella spesa pubblica americana. Obiettivo dichiarato: portare la spesa federale non militare sotto il 2% del PIL, un livello che non si vedeva dagli anni Sessanta.

Sanità e istruzione sotto attacco

Il piano prevede tagli profondi alla sanità pubblica, con una riduzione del 14% per Medicare e Medicaid. I fondi per l’istruzione primaria e secondaria vengono tagliati del 18%, con effetti previsti sulle borse di studio, il sostegno agli insegnanti e i programmi STEM.

Ricerca scientifica penalizzata

Le agenzie come la National Science Foundation e i National Institutes of Health vedranno ridursi drasticamente i fondi per la ricerca. Le università pubbliche, in particolare, denunciano già difficoltà nel mantenere progetti in corso.

Obiettivo: rafforzare difesa e sicurezza

In parallelo, il bilancio prevede un aumento della spesa militare del 12%, con nuovi investimenti in cybersicurezza, difesa spaziale e controllo alle frontiere. Secondo Trump, la sicurezza nazionale è “il primo diritto sociale di ogni cittadino”.

Critiche e implicazioni

Economisti come Paul Krugman denunciano l’impatto negativo di questi tagli sulle disuguaglianze e sulla mobilità sociale. Organizzazioni come Center on Budget and Policy Priorities stimano che 21 milioni di persone potrebbero perdere l’accesso a servizi essenziali.

Un cambio di paradigma

Questa legge di bilancio rappresenta una ridefinizione del ruolo dello Stato: meno welfare, più sicurezza. Un approccio che potrebbe influenzare le future priorità di spesa, sia negli USA che nei Paesi occidentali.

Fonti: White House Budget 2025, CBPP, La Sintesi

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Perché Londra e Bruxelles hanno bisogno l’una dell’altra

Londra e Bruxelles cercano un nuovo equilibrio post-Brexit. L’incontro tra Starmer e i leader Ue segna un riavvicinamento strategico.

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L’accordo post-Brexit tra Keir Starmer e i vertici UE apre un nuovo capitolo nei rapporti tra Regno Unito e Unione europea: meno frizioni, più cooperazione.

Relazioni UE Regno Unito: una nuova fase

Le relazioni tra UE e Regno Unito si apprestano a vivere una fase di rilancio. L’incontro tra il primo ministro britannico Keir Starmer, il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha prodotto un’intesa strategica per normalizzare i rapporti post-Brexit.

Un accordo pragmatico dopo le tensioni

L’intesa non è un ritorno indietro, ma un reset. Il Regno Unito non tornerà nel mercato unico né nell’unione doganale, ma verranno semplificate le pratiche doganali e rafforzata la cooperazione in ambiti come ricerca, sicurezza, scambi culturali. Un’analisi di Financial Times conferma come i due blocchi abbiano interesse a ridurre le barriere.

Perché l’UE ha bisogno del Regno Unito

Dal punto di vista europeo, Londra resta un partner fondamentale per la sicurezza, la finanza e il soft power. L’integrazione dei dati e delle normative, in particolare nei settori energia, intelligenza artificiale e difesa, è considerata cruciale per le sfide globali.

Perché il Regno Unito ha bisogno dell’UE

La Gran Bretagna, dopo l’impatto iniziale della Brexit, ha visto calare gli scambi con l’Europa e aumentare i costi per le imprese. Il riavvicinamento ha anche una valenza politica interna: il nuovo governo Starmer vuole invertire la percezione di isolamento e ricostruire legami economici con l’UE.

Uno scenario geopolitico che impone cooperazione

Con guerre in corso alle porte dell’Europa e sfide energetiche globali, Bruxelles e Londra non possono permettersi una relazione ostile. Come sottolineato anche da La Sintesi, le alleanze economiche sono sempre più intrecciate con quelle strategiche.

Conclusione

Le relazioni UE Regno Unito entrano in una fase più matura. Non sarà integrazione piena, ma sarà una partnership strategica. Per il bene reciproco e per affrontare le sfide globali con maggiore forza.

Fonti: Financial Times, La Sintesi

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